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Giornata del Mais 2021, dai dati sulla campagna maidicola alle Tea per la sostenibilità
Per il settore maidicolo italiano il 2020 può considerarsi un anno soddisfacente. I dati su rese, produzione e qualità sono positivi, sebbene a fronte di una riduzione delle superfici coltivate e di un livello ancora sostenuto di prodotto importato in un Paese fortemente deficitario di questa materia prima. La campagna maidicola della scorsa stagione sarà uno dei temi al centro della Giornata del Mais 2021, che si terrà, in modalità webinar, il prossimo 29 gennaio. L’evento è organizzato da Crea, Centro di ricerca Cerealicoltura e colture industriali, sede di Bergamo, con il patrocinio della Società italiana di Agronomia, della Società italiana di Genetica agraria e dell’Ordine dei Dottori agronomi e dottori forestali di Bergamo.
La prima parte sarà incentrata sulla sostenibilità e la competitività della coltivazione del mais in Italia. Il dibattito, moderato da Amedeo Reyneri dell’Università degli Studi di Torino, e Annamaria Mastrangelo di Crea, vedrà la partecipazione di Dario Frisio (Università degli Studi di Milano) che parlerà del quadro economico della maiscoltura e di Jacopo Bacenetti che illustrerà l’approccio Lca per la valutazione dell’impatto ambientale (Università degli Studi di Milano). La sessione vedrà poi l’intervento di Francesco Morari (Università degli Studi di Padova), relativo all’applicazione sito-specifica per la maiscoltura, del docente dell’Università degli Studi di Udine Michele Morgante sulle Tea, le Tecnologie di evoluzione assistita, e il loro impiego per incrementare i profili di sostenibilità, e di Pietro Gasparri e Milena Battaglia (ministero delle Politiche agricole), con relazioni sul Piano nazionale del settore mais e sui contratti di filiera.
La seconda sessione dell’evento sarà incentrata sulla campagna maidicola 2020. Come indicato da Ismea nel rapporto sui Seminativi di novembre scorso, nella scorsa stagione c’è stata una riduzione dei raccolti inferiore all’1% rispetto al 2019: 6,2 milioni di tonnellate. Se da un lato sono diminuiti gli investimenti (-3,9%) dall’altro, però, sono aumentati i rendimenti unitari (+3,1%). La quantità di mais acquistata dall’estero è passata da 6.355.483 tonnellate del 2019 a 6.612.422 t nel 2020 (dati Istat). Le condizioni climatiche sono state particolarmente favorevoli e, grazie a queste, non sono state segnalate presenze diffuse di micotossine. Anche il dato sui consumi è molto incoraggiante (da 12.340.914 tonnellate del 2019 a 12.503.842 t nel 2020 (dati Istat).
Questa sessione, moderata da Carlotta Balconi e Chiara Lanzanova di Crea, vedrà gli interventi di Gianfranco Mazzinelli e Rita Redaelli (Crea) sulle Reti nazionali di confronto varietale, di Sabrina Locatelli (Crea) sul monitoraggio delle micotossine nell’ambito della Rete Qualità Mais, e infine di Anna Giulini sugli ibridi di mais in prova per l’iscrizione al registro nazionale delle varietà.
Foto: Pixabay
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